DI TUTTO, DI PIU': Aneddoti

Madame de Pompadour e Casanova.
     di Pietro Lamberti

Tratto da: Storia della mia vita di Giacomo Casanova

Ogni autunno, il Re Luigi XV, appassionatissimo di caccia si recava abitualmente sei settimane a Fontainebleau, per far ritorno a Versailles solo a metà Novembre. Nel 1750, la corte di Francia vi soggiornò dal 7 Ottobre al 17 Novembre, seguendo un'abitudine che durava dai tempi di Luigi XIII, e Casanova vi si trovava al seguito degli attori e delle attrici dell'Opera che il Re si portava appresso per divertire i ministri stranieri e la corte.

Disse Casanova: Non mi poteva capitare occasione migliore per conoscere la corte di Luigi XV e i ministri stranieri.
Fu allora che fece la conoscenza di Morosini, ambasciatore della Repubblica alla corte di Francia, che lo pregò di accompagnarlo alla prima rappresentazione di un opera di Lulli.
Io sedevo in platea- dice Casanova- proprio sotto il palco occupato da Madame de Pompadour che non conoscevo.
Io- che conosco un pò Casanova, giurerei che ce la mettesse tutta per farsi notare da M.me.

Alla prima scena, uscì dalle quinte la famosa Le Maur, la quale, alla seconda strofa, uscì in un acuto così forte e inatteso che credetti che gli fosse data di volta al cervello.
Feci una risatina senza immaginare che qualcuno potesse trovarci da ridire.
Ma un cavaliere di santo Spirito seduto accanto alla marchesa mi chiese bruscamente di che paese ero.
Altrettanto bruscamente gli risposi che ero veneziano.
"Quand'ero a Venezia, anch'io ho riso molto del recitativo delle vostre opere"
"Ne sono persuaso, signore, ma sono anche persuaso che a nessuno sarà venuto in mente di impedirglielo"


Non c'è che dire- a Casanova non faceva difetto la baldanza, agli arroganti sapeva rispondere per le rime e guai a toccargli Venezia, perdeva subito ogni prudenza.
La mia risposta un po' cruda divertì Madame de Pompadour, proseguì Casanova, che mi chiese se ero veramente di laggiù.
"Di dove?"
"Di Venezia"


Da notare che ad una domanda diretta come questa, chiaramente introduttiva, le risposte non sono molte.
Casanova trovò il modo di sparigliare gli argomenti di M.me, aggiungendo subito:

"Venezia, signora, non è laggiù, ma lassù".
Trovarono questa risposta più strana della precedente, e tutti nel palco cominciarono a consultarsi tra loro per decidere se Venezia era laggiù o lassù.
A quanto pare scoprirono che avevo ragione e mi lasciarono in pace.


Meglio non crederci.

Ascoltavo l'opera senza più ridere, ma ero raffreddato e perciò mi soffiavo il naso un po' troppo spesso.
Cercava di farsi notare e si vede che ci riuscì perché sempre lo stesso cavaliere del santo Spirito, che era il maresciallo di Richelieu(1696-1788), nipote del più famoso Cardinale, gli fece osservare che evidentemente le finestre della sua camera non chiudevano bene.
"Chiedo scusa signore, sono addirittura calfoutrées".
Tutti scoppiarono a ridere, e lo scopo di Casanova poteva dirsi raggiunto, ma lui al momento ci rimase male perché si era accorto che aveva pronunciato male la parola calfoutrées, che in francese significa calafatate, tappate.
Mezz'ora dopo il maresciallo mi chiese a quale delle due attrici davo la palma in fatto di bellezza.
"A quella."
"Ma ha delle brutte gambe"
"Non si vedono signore, e poi, quando giudico dalla bellezza di una donna, la prima cosa che scarto sono le gambe".
Questa battuta, che mi era venuta per caso e di cui non immaginavo l'efficacia, mi attirò la considerazione e la curiosità di quanti occupavano il palco.

In francese, carte, significa non solo "scarto" ma anche "allargo".
Il maresciallo seppe chi ero dallo stesso signor Morosini, e mi fece dire da questi che gli avrei fatto piacere se avessi frequentato la sua casa.
La mia battuta divenne celebre e il maresciallo Richelieu mi accolse in casa sua con estrema gentilezza.
L'ambasciatore straniero con cui stabilii rapporti più cordiali fu il maresciallo di Scozia, Keit, ministro del re di Prussia.

Avrò occasione di parlare di lui.
...

Il primo incontro tra Casanova e Madame de Pompadour finisce qui. Avrà un seguito tra qualche anno.
Si può aggiungere che tutto sommato anche a quei tempi il potere non era così inaccessibile al popolo, Casanova in fondo non era un nobile eppure poteva frequentare il bel mondo solo grazie alle sue conoscenze e alla sua straordinaria vocazione di stare in società.
Aveva 25 anni, era ricco, e una straordinaria voglia di vivere.



 

http://www.madamedepompadour.com